Appuntamento al cinema: The Start Up

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Recensioni /Eventi: The Start Up
A cura di Vittorio De Agrò

Il biglietto d’acquistare per “The Start Up” è: Di pomeriggio (Con Riserva).

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“The Start Up” è un film del 2017 diretto da Alessandro D’Alatri, scritto da Alessandro D’Alatri e Francesco Arlanch, con: Andrea Arcangeli, Paola Calliari, Matilde Gioli, Luca De Giovanni, Matteo Leoni, Lidia Vitale, Massimo Gallo.

Un tempo si sognava il posto fisso, la certezza del posto fisso e l’agognata pensione.
Oggi tutte queste cose, almeno in Italia, sono svanite per vari motivi o se volete per colpa della globalizzazione, della crisi, del mal governo e della scarsa lungimiranza dei nostri imprenditori.
Un ragazzo oggi ha due scelte davanti a sé: lasciare il nostro Paese o armarsi di creatività ed ingegno inventandosi un lavoro, creando un’azienda per potersi garantire un futuro.
In America e nel resto del mondo creare un’azienda negli anni Duemila è stata la “moda” della nuova e dinamica imprenditoria, facendo diventare l’espressione “start up”, una parola diffusa e comune anche all’uomo della strada.
Per chi come il sottoscritto mastica assai poco l’inglese oltre che l’italiano per “start up” intendiamo la creazione dal nulla di un’azienda che nel giro di poco tempo è capace di diventare una realtà economica di grande potenzialità e visibilità.
Nella storia dei creatori di “start up” non si possono non ricordare nomi come Steve Jobs e Bill Gates, che partendo dal garage di casa hanno letteralmente conquistato il mondo.
In Italia tutto ciò è possibile? Molti di voi, scettici e disillusi, direte ovviamente di no, eppure c’è chi invece c’è l’ha fatta contro tutto e tutti.
“The Start Up”, nuovo film di Alessandro D’Alatri e prodotto da Luca Barbareschi, è ispirato alla storia vera di Matteo Achilli, diciottenne romano nato e cresciuto nella borgata romana del Corviale, che partito con il sogno di diventare un nuotare professionista e una volta finto il liceo dì iscriversi alla prestigiosa Università milanese “La Bocconi”.
Matteo reagisce all’ingiustizia esclusione dalla squadra di nuoto da parte dell’allenatore decidendo d’inventare un “app” con la quale chiunque possa trovare un lavoro solo ed esclusivamente tramite il merito.
Matteo Achilli (Arcangeli) sostenuto dal padre Armando (Gallo) e dall’amata fidanzata Emma (Calliari) decide con coraggio e determinazione di sviluppare da solo l’algoritmo creando così l’app.
È una storia che profuma ed evoca nello spettatore atmosfere americane, quando invece si ritrova nella periferia romana ad osservare un ragazzo qualunque desideroso di riscatto sociale e scrivere con le proprie mani il proprio futuro.
Egomnia, questo è il nome dell’app scelto da Matteo, diventa realtà anche grazie al fattivo e determinante aiuto di Giuseppe (Di Giovanni), brillante e sconosciuto ingegnere, che accetta di “sposare” il progetto.
Il 7 marzo 2012 è la data che segna la nascita di “Egomnia” e l’inizio della sua sorprendente e instabile ascesa.
Matteo, ora studente svogliato della Bocconi, grazie al supporto della bella e carismatica Alice(Gioli), direttrice del giornale universitario, è introdotto nei salotti buoni della città e corteggiato da numerose e prestigiose aziende.
La vita privata e professionale di Matteo entrano in un vortice, facendo perdere al ragazzo l’equilibro e il senso delle priorità, al punto di compromettere la vita privata e soprattutto la bella e profonda storia d’amore del protagonista con Emma.
“The Start up” ci ricorda da parte il mito di Icaro per la fretta e irruenta del nostro protagonista nel voler toccare l’apice bruciando le tappe e dall’altra sembra essere la versione nostrana del film americano “Social Network” di David Fitcher.
La scelta dei due sceneggiatori, almeno nelle intenzioni, non era quella di raccontare una storia di successo quanto piuttosto la storia di un ragazzo che decide di scommettere su sé stesso e sul proprio talento. Eppure nel suo sviluppo drammaturgico e poi nella messa in scena si ha la sensazione di assistere a una favola moderna in cui la dominante della parte romance in stile Romeo e Giulietta, faccia perdere potenza ed incisività al racconto.
Convince e piace di più la prima parte dell’intreccio narrativo per merito della buona e credibile interpretazione del giovane Andrea Arcangeli, che riesce dare anima, corpo e personalità al suo personaggio, e tenendo vivo e costante il pathos e ritmo narrativo. La seconda parte seppure godibile, appare più lenta e discontinua sul piano del ritmo e del coinvolgimento emotivo
È una valida spalla il coprotagonista Luca Di Giovanni nel ruolo dello schivo e fidato ingegnere Giuseppe, come novello Grillo Parlante.
Le interpreti femminili: Paola Calliari e Matilde Gioli svolgono il compito con professionalità e impegno, ma senza incantare particolarmente sul piano dell’interpretazione e carisma scenico.
La regia di Alessandro D’Alatri è nel complesso di buon livello, lineare, asciutta ed esperta nel creare un prodotto accattivante ed interessante.
Matteo Achilli continua ancora oggi a lavorare per migliore la sua “start up”, la nostra speranza che presto in Italia ci possono essere molte altre storie del genere da poter raccontare ed applaudire.