APPUNTAMENTO AL CINEMA : USTICA

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Recensione/ Cinema

A cura di Vittorio De Agrò

Il biglietto d’acquistare per “Ustica” è : di pomeriggio

 

“Ustica” è un film del 2016  scritto e diretto da  Renzo Martinelli, con Caterina Murino, Marco Leonardi, Lubna Azabal, Federica Martinelli, Tomas Arana

 

Quando possiamo definire un Paese civile e democratico? Probabilmente quando lo Stato è in grado di garantire benessere, sicurezza e giustizia ai propri cittadini.

L’Italia può essere definito uno Stato modello? Vorremo rispondere di sì, ma guardando la nostra storia non possiamo non notare troppe pagine oscure e drammatiche in cui parti dello Stato stesso, hanno contribuito a insabbiare la verità impedendo alla magistratura d’indagare adducendo il segreto di Stato.

Può la Ragion di Stato prevalere su tutto e tutti anche a costo di vittime umane?

Il caso Ustica, ahimè, dimostra tragicamente quanto il nostro Paese sia lontano da potersi uno Stato ideale. Per le nuove generazioni, Ustica forse è un solo nome sulla cartina geografica, quando invece è la storia di una tragedia e mistero irrisolto italiano.

Il 27 giugno del 1980un DC9 appartenente alla compagnia aerea Itavia scompare dagli schermi radar senza lanciare alcun segnalare di emergenza schiantandosi tra le isole di Ponza e Ustica. Muoiono ottantuno persone.

Che cosa successe? Errore umano? Avaria tecnica? Nulla di ciò, già dopo poche ore dalla tragedia sui i più importanti giornali nazionali uscirono titoli in cui si prospettava l’ipotesi di speronamento tra il DC9 e un top Gun Americano impegnato in una missione di controllo dei cieli.

Era un periodo storico assai delicato e la tensione tra gli Stati Uniti e la Libia di Gheddafi era ai massimi livelli, assai vicini a un conflitto bellico.

Ciò nonostante, nelle settimane e mesi successivi alla tragedia l’ipotesi  dello scontro nei cieli fu incredibilmente messa da parte dalla stessa Commissione d’inchiesta parlamentare su Ustica formulando altre discutibili ipotesi anche di fronte a prove inequivocabili.

Renzo Martinelli, con coraggio e caparbietà, ha deciso tre anni fa di leggere tutte le carte dell’indagine condotta dal giudice Rosario Priore, trovando, secondo il regista, la vera verità di quella tragica notte.

Inizia così una ricostruzione dei fatti e soprattutto dei depistaggi e omicidi verificatisi trasformando il caso Ustica in un giallo scritto da un brillante scrittore, se non fosse per le ottantuno vittime.

Martinelli unisce il lungo e scrupoloso lavoro d’indagine e di studio alla creatività immaginando che una giovane giornalista d’inchiesta Roberta Bellodi (Murino), tragicamente coinvolta nel caso poiché la sua amata figlia Benedetta di otto anni, è tra le vittime della sciagura, e un onesto parlamentare calabrese Corrado Acquaformosa (Leonardi) si trovano a unire le forze alla ricerca della verità dopo che la moglie del politico, esperta pilota, è venuta misteriosamente a mancare dopo che causalmente è stata la prima a scoprire l’esistenza di un Mig libico abbattuto nelle coste calabresi poche ore la tragedia del DC9.

Sono due fatti strettamente legati, come sostiene Martinelli, portando lo spettatore in una precisa e interessante composizione del puzzle in cui emergono le responsabilità politiche del governo italiano: contemporaneamente moglie dell’America e fedele alleato Natoe ufficiosamente amante della Libia per motivi economici.

Viene a galla una verità scomoda e sconcertante come lo Stato italiano avrebbe sacrificato ottantuno vittime innocenti in nome della realpolitik negando ai parenti qualsiasi forma di giustizia.

Il film convince e appassiona nella parte investigativa e di ricostruzione storica essendo credibile e suggestiva, è invece debole e poco incisiva nella parte puramente creativa in cui i personaggi inventati appaiono forzati e poco empatici con lo spettatore. E’ il tema in sé a trainare l’interesse e curiosità del pubblico anche se il prodotto e la sua messa scena sono abbastanza didascalici e retorici e lo stile registico è di stampo televisivo, anche se diretto ed esperto.

Renzo Martinelli ha il merito di accendere nuovamente i riflettori su uno dei misteri più tragici e oscuri del nostro Paese e soprattutto di scuotere le coscienze e di farci riflettere amaramente come neanche la morte di bambini innocenti abbia permesso a chi deteneva e detiene il potere di avere il coraggio oltre il dovere di fare giustizia e diffondere la verità dopo 35 anni di bugie e depistaggi.