CINEMA: DISCUTENDO SU “IL LIBRO DELLA GIUNGLA ”

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Recensioni ed Eventi / Cinema

A cura di Vittorio De Agrò

 

Il biglietto d’acquistare per “Il Libro della Giungla” è: Ridotto.

 

“Il libro della giungla” è un film d’animazione live action del 2016 diretto da Jon Favreau, scritto da Justin Marks con le voci italiane di: Toni Servillo, Giovanna Mezzogiorno, Violante Placido, Neri Marcorè, Giancarlo Magalli.

 

“Ciao zio, cosa fai di bello? ”

“Ciao Aldo, sto cercando di scrivere la recensione su un film che lo zio ha visto ieri sera”.

“Zio, stai sempre a scrivere le ricinsioni. Quale film hai visto?”

“Il libro della Giungla, caro Aldo”.

“Lo conosco, zio. L’ho visto con papà in Tv. Mi è piaciuto molto. Certo, ero triste per Mowgli che non aveva una famiglia, anche se sembrava felice in mezzo alla foresta con gli altri animali.”

“Aldo, lo zio però deve scrivere una versione diversa del film: è un live action”.

“Che cosa significa?”

“Guarda, neanche io fino a ieri avevo chiaro il significato. In sostanza, è come  se andassi allo zoo e potessi camminare e toccare gli animali non più chiusi in una gabbia”.

“Che bello zio! Quindi vuol dire che hai visto la saggia pantera Baghera (Servillo) che rimprovera sempre Mowgli come fa mamma con me? Hai parlato con la lupa Rasha (Placido) e soprattutto hai giocato con il simpatico orso Baloo (Marcorè)?”

“Sì, Aldo, li ho visti tutti e devo dire che non me li ricordavo tanto bene. È  stato bello e coinvolgente osservarli da vicino, sentire l’affetto e la protezione che nutrono nei confronti del nostro amico Mowgli”.

“La Giungla com’era? Era bella? Io avrei un po’ paura a viverci da solo. Se poi dovessi incontrare il serpente cattivo come Kaa (Mezzogiorno o la feroce tigre Shere Khan) potrei anche mettermi a piangere, zio”.

“In effetti, Aldo, sono entrambi molto paurosi e pericolosi ma, se visti da lontano, sono belli da vedere e ti colpiscono per il loro fascino e carisma”.

“Zio, ma perché Mowgli rimane nella giungla e non va a cercare i suoi genitori? Io, senza mamma e papà, non sarei starci.”

“Vedi, Aldo, Mowgli è stato da una parte sfortunato avendo perso da piccolo i genitori, però dall’altra è felice nella giungla perché amato da Baghera, anche se per il suo bene lo rimprovera spesso e gli insegna a comportarsi e a diventare grande. Poi una mamma, in vero, la tiene: è la lupa Raska”.

“Ma zio lei è una lupa, Mowgli è un uomo. Come possono essere madre e figlio?  Non capisco…”

“Aldo, è vero che appartengono a mondi diversi ma, quando due creature sono legate dall’affetto e dall’amore, rompono qualsiasi forma di steccato o confine naturale”.

“Non lo so, zio, forse in parte ho capito, ma io sono contento di avere una sola mamma… Zio, il film fa paura? Posso andarlo a vedere con papà?”

“Aldo, è un bel film. E’ ricco di colori, vedresti tanti animali e ammireresti la bellezza e potenza della giungla. Vedresti il regno degli animali non  lontano da quello di noi uomini e anzi, in alcuni casi,  migliore. Però, onestamente, ci sono alcune scene che forse potrebbero spaventarti: quando appaiono sullo schermo la tigre Skere Khan, il serpente Kaa e il gorilla capo King Louie. Io stesso mi sono un po’ spaventato. Forse è il caso di aspettare”.

“Uffa, zio, ho quasi sette anni! Mi dispiacerebbe un po’… magari i miei compagni andranno a vederlo e io che figura farò?”

“Aldo, c’è tempo per ogni cosa, non essere triste. Il libro della Giungla è un bel romanzo di Rudyard Kipling che scrisse nel 1894 e se vuoi possiamo leggerlo in compagnia così potrai preparati per bene alla visione. Ti prometto che un giorno lo vedremo insieme.”

“Sì, zio, ma non potrò vedere all’opera il simpatico Baloo.”

“Lui è tanto divertente. Ricordami di farti vedere il film della Disney “Il Re Leone” che in qualche modo ricorda questo film, anche se è stato fatto tanto tempo fa”.

“D’accordo, zio, allora lo vedremo insieme. Alla fine che cosa scriverai nella ricinsione?”

“Qualche idea mi è venuta, nipote, perché ricorda non importa dove vivi, ma conta che tu sia sempre e comunque te stesso, mi raccomando”.

“Ok, zio, magari me lo spieghi meglio la prossima volta. Ora vado a giocare. Buona rincisione”.

“Grazie Aldo”.