I DOLI DO SIGNURI, MORTE E PASSIONE DI GESU’ CRISTO

Itinerari dello spirito – Nuove Edizioni Bohémien – Aprile 2014

A cura di Simona Ippolito

Foto di S.I.

foto 5Lunedì 14 Aprile 2014 il Comune di Catania, in collaborazione con il Centro Culturale V. Paternò Tedeschi, ha organizzato nella la sede del castello di Leucatia, nei pressi di Piazza Vicerè, la rappresentazione intitolata“I doli do Signuri”. Gli interpreti sono stati: una folta un’orchestra composta da chitarra, mandolini, fisarmonica e triangolo, numerose  voci narranti sia maschili che femminili  le quali hanno letto e cantato le gesta della storia vissuta, ed un gruppo di donne figuranti che con grande energia e trasporto hanno interpretato le tappe della Via Crucis, il cammino doloroso di nostro Signore verso la crocifissione sul Golgota.

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foto 3 (1)In occasione dell’imminente Pasqua, con questo evento, si è voluto portare un messaggio di speranza ed insieme riavvicinare al sacro valore delle feste religiose; un momento di riflessione tra la frenesia che ci attanaglia ogni giorno. L’intento, raggiunto con grande maestria, è stato anche un’occasione per vivificare il dialetto siciliano che, insieme ad alcuni elementi quali le arance tipiche della zona mediterranea nei cesti delle donne al cospetto della croce, l’ulivo simbolo pasquale anch’esso endemico della nostra terra ed una Madonna che grida “do scogghiu”, hanno avvicinato le vicende religiose alla location della sua rappresentazione rendendo più compenetrate storia e ambientazione.

In un’atmosfera mistica sono state così ripercorse le tappe salienti del sacrificio del figlio di Dio fatto uomo ed, attraverso il canto, la recitazione, le poesie ed i lamenti si è rivissuto quel dramma storico-religioso che appartiene all’umanità tutta.

Nella fatidica domanda rivolta alla popolazione a cui si chiede “Chi volete che liberi Barabba o Gesù?”, si riflette l’apparente relatività di una decisione che segnerà la storia cristiana. Saranno poi una veste rossa ed una corona di spine, un volto dipinto dall’aria infranta ed una croce di legno che resteranno simboli delle sofferenze di un uomo umile la cui morte fu preceduta, come si racconta, da un violento temporale che, con la sua prepotenza, fu indice dell’azione che si stava perpetrando agli occhi di tutti i presenti.

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La compagnia, ricca di talenti dalle varie virtù che il regista ha saputo riconoscere e valorizzare, ha coinvolto con facilità il pubblico ed ha chiuso la rappresentazione con una gioia che richiama alla mente la Resurrezione che si accinge ad essere celebrata da noi tutti nelle settimane a venire.