IL C.P.I.A. APRE LA QUINTA EDIZIONE DI “CHI E’ DI SCENA”

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Recensioni ed Eventi

A cura di Antonino Leotta

L’apertura della quinta edizione del Festival del Teatro Scolastico ”CHI E’ DI SCENA”, curato dal Comune di Acireale, Area di Sviluppo, Servizio Pubblica Istruzione, Assistenza Scolastica e Diritto allo Studio, dopo il lungo periodo di condizionamento del Coronavirus, ci ha riservato una piacevole sorpresa.
Dopo il saluto e il prezioso punto di vista sull’evento da parte del Vice-Sindaco Assessore Palmina Fraschilla, a dare il via alla rassegna il C.P.I.A. (CENTRO PROVINCIALE ISTRUZIONE ADULTI) Catania 2, accompagnato dal Dirigente Scolastico Dott.ssa Rita Vitaliti.

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A dire il vero il CPIA è abituato a sorprenderci. E si è presentato al pubblico presente nella Sala “Pinella Musmeci” al Belvedere di Acireale, con due opere:

1. Salvaguardia dell’ambiente “non c’è più tempo”

2. Natura, avvocati e galera.

La prima rappresentazione è stata curata dalla Sededi Giarre. Sotto la guida della Prof Lidia Bosco si sono esibiti gli alunni Cannavò Francesco, Coco Agata, Leotta Maria Caterina, Pennisi Lucia, Proietto Russo Antonina, Salpietro Rita e Spina Rosaria.

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La seconda rappresentazione -a cura della sede di Paternò- ha visto la presenza di Mazzamuto Vincenzo, Luca Domenica, Rapisarda Provvidenza, Corallo Rosa, Orto Agata, Marano Graziella, Conti Maria Giuseppina e Virgillito Francesca, guidati dal Prof Antonio Rosa.
Due stili Due stili di rappresentazione. La prima ha posto all’attenzione di tutti il grave problema dell’habitat che soffre lo sfruttamento, l’abbandono e lo spregio di una umanità irresponsabile e malvagia.
Attenta e ricca la ricerca che ha proposto interessanti brani accompagnati da considerazioni che hanno offerto spunti di riflessione tanto attuali in questo momento in cui assistiamo al dramma di una madre terra che geme sotto il peso dell’indifferenza e delle disastrose conseguenze a livello mondiale.

 

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Appropriato e coinvolgente l’intervallare di brani musicali cantati da singoli e in coro.
La seconda rappresentazione, sotto le forme di una commedia dialettale siciliana che si rifà allo stile Martogliano, approfondisce l’iter degli abusi operati sui prodotti alimentari, con particolare riferimento al latte che ci accompagna sin dai primi giorni della vita e sino alla fine. Attraverso diversi atteggiamenti caratteristici a livello popolare, nelle aule dei tribunali scorrono le sequenze che hanno segnato episodi specifici caratterizzati dall’uso di incoscienti sotterfugi e comportamenti senza scrupoli. Molto significativo il susseguirsi dei tre gradi di sentenze che sanciscono una escalation della pena.
Come è consuetudine, alla fine dello spettacolo, gli attori si sono intrattenuti a scambiare un immediato confronto con spettatori e membri della Giuria rispondendo alle loro domande e accogliendo vari giudizi.