LA VIOLENZA SILENTE TRA LE MURA DOMESTICHE

A cura di maria Pia Basso
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Al di là delle sacrosante battaglie volte a debellare l’aberrante moltiplicazione di delitti compiuti a danno delle donne, non sottovaluterei tutti quegli episodi che hanno radici in atti ingiustificabili e, altrettanto deplorevoli, compiuti per mezzo di atteggiamenti verbali che, travalicando i sentimenti di rispetto della dignità umana, colpiscono, offendono e feriscono animi ridotti a brandelli perché appartenenti ad individualità, ormai, frammentate.
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La violenza psicologica si manifesta con fare strisciante e permea la mente e il cuore delle sue vittime che, in un primo momento ignare, si ritrovano succubi di carnefici mascherati da sedicenti compagni di vita che, con azioni silenti, ma costanti e reiterate, imbrigliano i propri bersagli in spesse reti di sensi di colpa e annullamento di sé. Della percezione di se stessi come esseri umani degni di cura e di rispetto, di amore e di conforto. Invece no: questi “carnefici dell’Io” agiscono di soppiatto, tessendo una tela la cui trama è sempre più fitta. Non sottovalutiamo tutte quelle espressioni con cui si tende a sminuire il nostro dire o il nostro fare o tutti quegli atteggiamenti di noncuranza con cui ci si approccia a noi.
5La violenza ha radici nella mancanza di educazione al rispetto delle individualità (sia maschili che femminili) esterne a noi. Ha radici in atteggiamenti di arroganza che si inculcano sin da quando siamo bimbi, da parte di genitori irresponsabili che, magari, hanno a loro volta ricevuto lo stesso tipo di educazione errato e distorto. “Guarda quel bimbo, piange come una bambinetta!” Oppure: “Fai vedere che sei un uomo e non una debole fanciulla!” Dove sta la forza: nella mascolinità? In un corpo  possente nutrito da anabolizzanti? O risiede, forse, in una mente alimentata dal buon senso e dai saldi principi di tolleranza?
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In una mente che utilizza tutti i suoi neuroni in maniera edificante per superare atavici convincimenti di supremazia maschile sulla ( presunta) gracilità di cui disporrebbe il famigerato “ sesso debole”?
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