Attualità

A cura di Maria Cristina Torrisi

 

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E’ divenuto virale un messaggio su whatsapp in cui Mauro Rango, un italiano che lavora alle isole Mauritius, non medico ma, a suo dire, laureato in Diritti Umani alla Facoltà di Scienze Politiche di Padova, facente parte di una rete in cui ci sono molti medici italiani, ha corretto il virologo prof. Roberto Burioni, ospite due giorni fa della trasmissione di Fazio, circa alcune affermazioni sulla cura al plasma per il Coronavirus. Cosa c’è di vero nelle dichiarazioni di Rango? E’ ancora tutto da chiarire ma, visto che già la notizia si è diffusa in maniera notevole, precisiamo intanto che il virologo Burioni si è così difeso dall’attacco, scrivendo sui network: “Per favore, diventate capaci di distinguere da soli le sciocchezze dalle cose serie, soprattutto se siete miei colleghi. E se vi rendete conto che sono sciocchezze non le diffondete. Il Paese sta attraversando un momento difficile e l’ultima cosa di cui ha bisogno sono false notizie che possono disorientare i cittadini”.

Avendo la redazione contattato Mauro Rango ed ottenuto una sua risposta, riportiamo fedelmente quanto ricevuto.

La redazione di Nuove Edizioni Bohémien riporta l’intero messaggio (il secondo pervenutoci alcune ore fa) di Rango:

“Questo messaggio è scritto da Mauro Rango

MESSAGGIO N. 2

Whatsapp n.ro 00393480965229

e-mail: mauro.rango@gmail.com

Sono Mauro Rango, ho 59 anni. Ieri, per la prima volta in vita mia, ho scritto un messaggio riportando il mio nome e il mio recapito e chiedendo a una trentina di amici di divulgarlo.

Non uso social (solo Whatsapp x restare in contatto con amici in Italia e email). Non utilizzo internet. Nell’isola in cui vivo (Rodrigues), talvolta, per far partire un’email con una foto allegata, ci vogliono giorni. Mentre Whatsapp funziona abbastanza celermente.

Quindi non conosco direttamente, ma solo per averlo letto, le dinamiche che esistono nelle interazioni del mondo virtuale.

In breve, con mia enorme sorpresa, sono stato letteralmente travolto da molte centinaia di messaggi ai quali ovviamente non posso, per questioni di tempo, rispondere. (Ho letto il primo centinaio e ho risposto circa ai primi trenta).

Mi hanno scritto medici, giornalisti e tanti cittadini che volevano assicurarsi che fossi realmente io l’estensore del testo e che mi davano il loro sostegno.

Alcuni dei messaggi letti mi hanno fatto comprendere molto chiaramente come sia la situazione in Italia riguardo alla gestione dell’informazione e riguardo alle competenze mediche.

Cerco di andare per ordine:

  1. Quanto ho scritto ieri, sul piano medico,  dovrebbe essere patrimonio acquisito di ogni laureato in medicina.

Parlo di nozioni basilari che a tutti i medici mauriziani sono conosciute ma che, sembra, che ai medici e scienziati che occupano l’informazione siano diventate oscure.

Sono talmente semplici da comprendere che le posso riassumere in pochi punti comprensibili a tutti, a qualunque cittadino italiano:

  1. a) NON ci sono attualmente cure SPECIFICHE disponibili contro il Coronavirus;
  2. b) NON esiste un vaccino disponibile e sembra che non lo sarà, su larga scala, prima di 15/18 mesi;
  3. c) NON è il Coronavirus ad uccidere il paziente ma l’abnorme risposta immunitaria e infiammatoria dell’organismo. In pratica, un ECCESSO di DIFESA del corpo che uccide sé stesso;
  4. d) appurato questo, la lotta NON È PIÙ SOLO contro il virus ma si sposta su DUE FRONTI:

IL PRIMO: interrompere la cascata infiammatoria (in sostanza ricondurre l’ECCESSO di difesa ad una difesa più contenuta);

Il SECONDO: combattere il virus con un’arma non specificatamente studiata per il virus ma che funziona: l’utilizzo di PLASMA di persone guarite (in pratica utilizzo le difese immunitarie sviluppate da persone guarite e le trasferisco nella persona ammalata).

Nota : Tale pratica risale al 1891. NON piace agli scienziati e particolarmente ai virologi in voga nel mondo in questo momento perché è una implicita ammissione della loro impotenza di poter fornire una cura specifica.

È una pratica medica che in Italia, in particolare i pneumologi della vecchia scuola, conoscono molto bene e che si continua ad usare nel mondo quando non si hanno a disposizione altre armi.

  1. e) esiste un problema di TIMING . Ed è una questione FONDAMENTALE sulla quale non c’è dibattito in Italia.

Faccio un semplice esempio: sta partendo, in questi giorni, in Italia una “sperimentazione” di infusione di plasma di persone guarite a 10 pazienti in rianimazione, con polmonite interstiziale da almeno 10 giorni. È OVVIO che questo esperimento sarà destinato a dare esiti sconfortanti.

Con grande probabilità i 10 pazienti sono FUNZIONALMENTE COMPROMESSI dunque è molto difficile che il plasma infuso dia dei risultati.

Dicevo:

Questione di TIMING :

OGNI intervento deve seguire TEMPI appropriati.

NON siamo di fronte alla somministrazione di un farmaco specifico che uccide il virus ma di fronte all’applicazione di un PROTOCOLLO composto da:

Antinfiammatori

Azitromicina

Anticoagulanti

Antiaggreganti

Plasma

Il Protocollo ha dei suoi precisi tempi di attuazione. I farmaci vanno utilizzati secondo una tempistica BEN PRECISA.

In alcuni casi, meno gravi, ne basta qualcuno.

In altri casi, più gravi, è necessario utilizzarli tutti nel rispetto di regole BEN PRECISE che un medico dovrebbe conoscere.

Nota : Un amico pneumologo italiano che vive a Padova, in pensione, le conosce perfettamente quelle regole. Parlo di lui perchè ho conoscenza diretta. Come lui ce ne sono certamente centinaia in Italia di cui, però, non ho conoscenza diretta ma, di alcuni, solo riportata – ma non mi espongo, per carattere, su quanto riportato da terzi di cui io non possa avere conoscenza diretta e sperimentata;

  1. f) BUON SENSO. Leggendo i vostri giornali e vedendo qualche trasmissione su France24 o BBC, qui da lontano, sembrerebbe sia la mancanza di questo fattore l’aspetto più critico. Non mi riferisco solo a livello di chi ha responsabilità di governo (intendo giornalisti, politici, scienziati e medici che occupano l’informazione) ormai chiara a chiunque.

Ma anche al popolo italiano.

E questo è un aspetto inquietante perchè l’ho vissuto direttamente con alcuni amici.

Si assiste ad un fenomeno, per noi africani, incomprensibile (ne parlo a ragion veduta perchè l’ho sperimentato nel dialogo con alcuni amici che ho sempre considerato di grande intelligenza):

se devono scegliere tra :

  1. A) le indicazioni di un grande scienziato confermate da tutti i giornalisti e politici ma che NON SALVANO ALCUNA VITA UMANA;
  2. B) le indicazioni di chi, anche in Italia, STA SALVANDO VITE UMANE in strutture ospedaliere

SCELGONO A).

Perché ? Questo lo chiedo a voi perché io non riesco proprio a capirlo.

Ci penso e ci ripenso ma rimane un mistero.

L’unica risposta che ho trovato, che zittisce il mio interlocutore, è la seguente domanda che gli pongo:

Se tuo figlio ha una forma grave di Coronavirus, lo porti in un ospedale in cui gli danno solo ossigeno oppure lo porti a Mantova o a Pavia che fanno plasmaferesi, antinfiammatori, ecc?

A quel punto tace. Non risponde.

Sembra che il buon senso si risvegli di fronte alla possibilità della perdita dell’affetto più caro.

Se manca il buon senso non si va da nessuna parte.

…..

Ora è necessario che faccia alcuni importanti chiarimenti sul piano personale:

alcuni dei messaggi ricevuti ieri provenivano da persone contrarie ai vaccini e pensavano che io sposassi tale “ideologia”.

Affatto. Io attendo il vaccino più di altri perché ho doppia patologia (cancro e sindrome rino bronchiale in forma grave) e quindi sono a rischio. Non sono contrario alle vaccinazioni.

Altri ritenevano che volessi schierarmi con una parte politica.

Affatto. Sono semplicemente una persona che soffre nel vedere tante inutili morti e tanto dolore dei familiari, in Italia e nel Mondo. Morti e dolore che erano evitabili.

I mesi scorsi ho scritto lunghe email ad alcuni giornali italiani spiegando che si potevano salvare (come facciamo qui) ma senza esito.

Ora, fortunatamente, Mantova e Pavia hanno rotto la coltre di omertà.

Sosteneteli.

E se sentite di un medico che somministra antinfiammatori e azitromicina a domicilio a pazienti ammalati di Covid-19, sostenetelo.

In ultima la questione più triste per me: qualcuno ha modificato il mio messaggio anteponendo al mio nome un “Dott.” che io NON avevo scritto.

Qualcun’altro, mi dicono, ha pubblicato in Facebook il mio messaggio aggiungendo che sono un medico.

Io NON sono un medico.

Sono laureato in Diritti Umani alla Facoltà di Scienze Politiche di Padova.

Ho lavorato per anni nel settore della salute col governo locale organizzando corsi di formazione con medici francesi e psichiatri italiani e col Governo Italiano organizzato trasferimenti per cure in Italia per leucemia infantile (Monza).

Faccio parte di una rete in cui ci sono molti medici italiani.

Medici selezionati durante il percorso di una vita non facile che, oltre alle grandi competenze e conoscenze sono dotati di grande buon senso e pongono il paziente sempre prima di ogni altra cosa.

Impegnati per ottenere un risultato per il paziente e per il paziente soltanto.

Mauro Rango

 

 

 

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DI SEGUITO, IL PRIMO MESSAGGIO DIVENUTO VIRALE

Questo messaggio è scritto da Mauro Rango

Whatsapp n.ro 00393480965229

Email: mauro.rango@gmail.com

Vi scrivo i miei riferimenti perché mi assumo la piena responsabilità di quello che sto dicendo e vi chiedo, dopo aver letto il mio messaggio, di valutare se aiutare me e alcuni amici medici nella nostra battaglia, diffondendolo.

Non mi trovo in Italia ma vengo a sapere da un amico che ieri sera nella trasmissione di Fazio il Prof. Burioni (che da quel che mi dicono gli viene dato molto ascolto in questa vicenda epidemica) asserisce alcune cose che devo necessariamente correggere.

  1. Burioni: Parla di SPERIMENTAZIONE COL PLASMA x evidenze scientifiche che attestino l’efficacia su contrasto a coronavirus
  2. Rango: Il CONCETTO DI SPERIMENTAZIONE E’ FUORVIANTE. La tecnica della Plasmaferesi è in uso da molte decine di anni. I due responsabili della plasmaferesi a Mantova e a Pavia l’hanno appresa quasi 30 anni fa a Padova, in quella che allora si chiamava Clinica Pneumologica. (Privatamente, a chi sarà interessato, via email posso fornire tutta la storia e i dettagli.)

Qui in Africa, dove vivo attualmente, hanno iniziato a fare LA PLASMAFERESI DOPO I PRIMI DECESSI. Da quando hanno iniziato a trattare i pazienti con la plasmaferesi, in un mese si è registrato UN SOLO DECESSO – parlo della Repubblica di Mauritius (controllate i dati nel sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).

  1. Burioni afferma che tra i fattori di criticità c’è il fatto che non tutti i guariti producono plasma efficace.
  2. Rango. È vero. Circa la metà dei guariti ha nel proprio plasma la quantità di anticorpi necessaria a curare un altro soggetto ammalato.

È per questo che esiste un protocollo di selezione del plasma che va seguito. Lo sappiamo fare qui in Africa. *Lo abbiamo appreso da voi in Italia. Se lo avete scordato inviateci un medico che gli ricordiamo come si fa.

  1. Mi riferisce l’amico italiano che nella trasmissione di Fazio si è detto che la plasmaferesi è efficace SOLTANTO nei soggetti che non siano in stadio avanzato.
  2. Rango : NON È VERO. Nei soggetti in stadio avanzato la plasmaferesi è NECESSARIA ma va ACCOMPAGNATA con antinfiammatori e anticoagulanti (qui mi esprimo per gli addetti ai lavori: necessari per bloccare l’attivazione dei mediatori flogogeni e l’alterazione della scala coagulatoria, bloccando il quadro di CID locale responsabile del decesso).
  3. Mi riferisce sempre il mio amico che si è poi parlato della produzione di plasma sintetico perchè il sangue dei guariti non sarebbe sufficiente.
  4. NON È VERO. Fate il calcolo voi stessi. Controllate il numero di persone guarite (che stanno continuando ad aumentare, con il numero di persone infette SINTOMATICHE che continua a diminuire e verificherete che non c’è bisogno di plasma sintetico. È sufficiente mobilitare tutte le associazioni di donazione del sangue.

Plasma sintetico significa: FARMACO. Che è uguale a PROFITTO. Ma  soprattutto, ed è questo che ci interessa, significa ATTENDERE ANCORA LA MORTE DI QUALCHE MIGLIAIO DI PERSONE.

Sono mesi che il sottoscritto e parecchi medici in Italia cercano inutilmente di fare arrivare ai vertici dell’informazione queste informazioni. La terribile realtà, difficilissima da accettare, è che migliaia di vite si sarebbero potute salvare con farmaci e strumenti già in possesso e in uso in Italia.

Farmaci e strumenti che hanno il GRAVE DIFETTO di COSTARE POCHISSIMO.

FINALMENTE, dopo migliaia e migliaia di morti si inizia a parlare di uno di questi strumenti: Plasmaferesi.

Ma da solo non basta. Non è sufficiente per salvare tutti (o quasi).

ATTENZIONE: Nei casi gravi a questo va accompagnato un potente antinfiammatorio, un anticoagulante e l’azitromicina.

Il comportamento del virus nel corpo umano presenta due aspetti:

  1. a) Il primo è SIMILE alla polmonite interstiziale da Micoplasma
  2. b) Il secondo (ancora da definire completamente) SIMILE ad una vasculite.

(Dico ‘ancora da definire’ perchè alcuni medici, in Italia, dopo alcune autopsie eseguite affermano che è  l’affezione ai vasi sanguigni a determinare i trombi e dunque l’esito fatale. Mentre altri specialisti in pneumologia affermano che sia l’infiammazione polmonare a determinare, nella fase finale, la formazione di trombi e il decesso.)

MA POCO IMPORTA AI FINI DEL SALVATAGGIO DELLA VITA DELLE PERSONE!

L’atteggiamento da tenere, in attesa di chiarire l’aspetto di cui sopra, è quello di usare i farmaci GIÀ ESISTENTI come se si dovesse affrontare, nel contempo, una polmonite interstiziale da micoplasma e una vasculite con esiti trombotici.

I FARMACI E STRUMENTI ESISTONO GIÀ. E sono quelli che ho già indicato:

Plasmaferesi

Antinfiammatori

Anticoagulante

Azitromicina x 6 giorni

A Mauritius li stiamo utilizzando dall’inizio dell’epidemia.

Dall’inizio epidemia abbiamo avuto 10 decessi. I primi 9 perchè non era ancora consolidata la plasmaferesi. Il decimo, ritengo, (ma non ho ancora la certezza a riguardo e mi sto informando) che sia stato dovuto al fatto che non gli sia stato somministrato l’anticoagulante.

L’Italia possiede tutti gli strumenti e farmaci, fin dall’inizio dell’epidemia, che avrebbero potuto evitare più del 90% dei decessi (di certo non si sarebbe potuto evitare il decesso di un malato terminale di cancro aggredito dal virus a cui restava soltanto, a causa del cancro, qualche giorno o qualche settimana di vita).

Purtroppo gli scienziati che hanno occupato e che ancora continuano ad occupare l’informazione in Europa e negli Stati Uniti hanno impedito che le informazioni scritte qui sopra arrivassero all’opinione pubblica. MA HANNO IMPEDITO CHE ARRIVASSERO ANCHE AI MEDICI IN PRIMA LINEA CHE STANNO DURAMENTE LOTTANDO E MORENDO A CAUSA DI QUESTE CARENZE INFORMATIVE.

*

Anche le molte nostre lettere scritte ai giornali italiani sono state censurate.

Io non credo ci sia un complotto come spesso si legge in rete (qualche scienziato che occupa l’informazione probabilmente tace perché le case farmaceutiche spingono per il business degli antivirali ma non è un complotto, non c’è un disegno) credo piuttosto all’ignoranza, alla supponenza e dell’incapacità nel nostro sistema politico, medico e informativo a far fronte ad una epidemia che, ripeto, se affidata a qualche vecchio pneumologo, della vecchia scuola italiana oppure ad un medico generalista mauriziano (che a quella scuola ha attinto il suo sapere) sarebbe già stata completamente debellata.

PER FAVORE, VE LO CHIEDO A NOME DI CHI STA SOFFRENDO IN QUESTO MOMENTO,

se condividete, fate girare questo messaggio. Il più rapidamente possibile. Con tutti i mezzi che avete. A quante più persone possibile. Ora che si comincia a parlare di Plasmaferesi in Italia è il momento per dare la spallata finale, per spingere l’opinione pubblica e il sistema informativo e, alla fine, quello medico a misurarsi sull’evidenza dei fatti e non sulle parole di illustri scienziati più interessati a dibattiti accademici e più preoccupati del loro prestigio, che di interrogarsi su come salvare qualche vita umana”.

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