PER LA VITA DEL MONDO

evaA cura di Don Carmelo La Rosa

“Il credente sente fino in fondo il peso del peccato, la sua tossicità che avvelena gli uomini,  li sente e ne piange.”

A Cordova, in Spagna, nella Cappella del Santissimo della Certosa, ho ammirato un affresco del tetto che raffigurava il trionfo dell’Eucaristia. San Bruno portava il globo del mondo sulle spalle e al di sopra di tutto c’era l’ostensorio con l’Eucaristia.

Ho visto in Bruno il cireneo, il Cristo che si carica della Croce del mondo. E ho visto l’immagine del cristiano che sente su di sé il peso del peccato.

È troppo semplice e facile sentire l’orrore e il disgusto per il proprio peccato, ridurre il rapporto con esso  e disinteressarsi del peccato che ci circonda.

Viene spontaneo pensare a Gesù, nel Battesimo del Battista. che va a confondersi con i peccatori, si fa uno di loro, per immergersi profondamente nella condizione umana. Prende su di sé la sporcizia umana, se ne fa carico e la condivide, come anticipo della croce.  impero

Il credente sente il peso del peccato dei familiari, degli avi, dei parenti, degli amici, del proprio ambiente di lavoro. Lo sente e lo vive in prima persona. Se ne sente colpevole in quanto parte dell’umanità. Più ha conoscenza del peccato, più si aggrappa alla misericordia di Dio.

Non si lascia risucchiare dalla disperazione ma è spronato a intercedere, a mettersi in mezzo, tra il male del mondo e Dio, come Abramo che osa l’intercessione senza fine, portata alle estreme conseguenze.

Bruno vive la più profonda solitudine, il più radicale isolamento ma il suo scopo non è la salvezza della sua anima ma la salvezza del mondo.

Il mondo è lo scopo della sua vita, del suo essere. Non lo disprezza, non lo fugge ma si colloca al suo centro per innalzarlo con l’amore di Dio. Non ha paura del mondo ma lo sfida, lo affronta e lo innalza con la preghiera.

Il credente sente fino in fondo il peso del peccato, la sua tossicità che avvelena gli uomini,  li sente e ne piange.

Pensiamo per esempio agli effetti del sentire una bestemmia. Essa una volta lanciata ferisce e sporca tutti. Tutti se ne sentono colpiti e sporcati. Non importa chi l’abbia proferita ma in quanto esseri umani e credenti ci sentiamo profondamente feriti da quella nefandezza, come se l’avesse proferita ognuno di noi. Ci sentiamo tutti più poveri e impoveriti.

alberoSul mondo deve risplendere la gloria di Dio.

Il mondo deve diventare la base di Dio, il Suo piedistallo.

Non deve negare Dio ma esprimerlo, portarlo su di sé.

Deve diventare il luogo della gloria di Dio.

La preghiera non soltanto solleva il mondo come la leva di Archimede, ma si carica del mondo, porta il mondo su di sé. È la forza e l’energia che ci aiuta a portare il mondo sulle nostre spalle.

Con la preghiera il mondo diventa leggero.

In essa il credente trova la forza di farsene carico e di portarlo sulle spalle come Gesù porta la Croce.

La preghiera salva il mondo: questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede (1Gv 5, 4).

Di fronte alla fede e alla preghiera il mondo non resiste, crolla, il peccato è espugnato.

Abbiamo bisogno di più persone che credono nella preghiera e in essa trovano l’ardire di farsi carico del mondo.