PRESENTATI IL ROMANZO “PRIGIONIERA” CON UNA PERSONALE TEMATICA.

 A cura di Mario Vecchio

prigioniera

Lo scorso 7 dicembre 2013 è stato presentato il romanzo storico “Prigioniera” della scrittrice-giornalista Maria Cristina Torrisi alla platea dei soci dell’Associazione “Cristo Nuova Speranza” e degli interessati in genere intervenuti.

L’incontro è stato organizzato dal Centro Culturale Don Francesco D’Urso, realtà che nasce in seno all’indicata Associazione, e si è tenuto presso la sede del centro culturale sita in Acireale, Via Dafnica n. 90.

E’ stato un altro successo per la rinomata, seppure giovane, scrittrice acese.

L’opera è ambientata nei primi anni del XX secolo, è uno di quei romanzi che viene voglia di leggere fino alla fine senza staccarsi un attimo dalla lettura.

L’argomento trattato è un tema forte, purtroppo ancora attuale: riguarda la violenza sulle donne e il femminicidio, l’annientamento della personalità femminile attraverso la soggezione fisica e psicologica.

Nella trama del romanzo, che rievoca la fiaba “Barbablù”, scritta nel XVII secolo dal Perrault, le donne sono vittime delle crudeltà del protagonista, Don Ferdinando.

Il personaggio principale si chiama Edga, giovane donna chiamata ad una scelta sentimentale difficile che possiamo definire tra il bene e il male; tra Carlo Alberto, persona buona, gentile, e molto amata dalla famiglia, e una figura misteriosa, tenebrosa, quella di Don Ferdinando, dai nobili natali, di parecchi anni più grande di Edga, artefice di una sofferenza psicologica perpetuata in seno alle mura domestiche.

Cristina descrive e analizza sentimenti e stati d’animo con grande realismo, con lo guardo sempre volto a risaltare i particolari. Gli ambienti e i personaggi con le loro emozioni sono descritti in modo scrupoloso e reale, tanto che sembra vederne le scene.

L’amore e la curiosità verso lo sconosciuto trascinano Edga a scegliere Don Ferdinando, ma la fragile protagonista viene castigata dalla sua curiosità e si troverà sola e “prigioniera” in un antico castello, lontana dai suoi affetti precedenti ed incapace di denunciare il carnefice, come spesso accade nella realtà. La relatrice non ha svelato se, dopo le tante sofferenze, alla fine Edga sarà capace di ritrovare la libertà, rinviando la conclusione alla completa lettura del libro da parte dei singoli lettori.

autrice

La presentazione è stata originale in quanto la serata si è svolta con la formula del “caffè letterario”; detta formula è stata molto apprezzata dal pubblico dei presenti; si è unita alla cultura la fragranza di un caffè, di una bibita e di un dolcino creando un connubio dal risultato molto piacevole. Del resto la formula del “caffè letterario”, seppure poco nota, risale a secoli passati, già nel XVIII secolo in Francia nei salons e nei cafè le persone si riunivano per discutere argomenti filosofici e di cultura in genere, ciò subito dopo è avvenuto anche in Italia; importanti nomi praticavano all’epoca detta usanza come Voltaire e Diderot.

All’interno della presentazione una mostra tematica di Alba Maria Massimino, che nei lavori presentati per l’occasione ha “immortalato” i vari processi psicologici ed evolutivi dell’animo femminile”. Una denuncia, una protesta che da sogno fa emergere una nuova consapevolezza di un  sé che, finalmente, riesce ad aprire gli occhi per comprendere il proprio stato. La donna si riconosce vittima, a volte debolmente accondiscendente, per cercare di riprendersi l’esistenza donata alla persona sbagliata.