RIFLETTENDO SUL VANGELO DELLA SETTIMANA: IL BUON PASTORE CHIAMA LE SUE PECORE

Itinerari dello spirito – Nuove Edizioni Bohémien – Maggio 2014

A cura di Carmela Nicolosi

downloadIl guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce”.

Il buon pastore chiama le sue pecore, ciascuna per nome.

Ogni uomo è dunque un chiamato, chiamato personalmente da Dio: e Dio, nella Sua misericordia, non smette mai di far sentire la Sua voce e quando si è illuminati dalla Grazia, si inizia a ricordare tutte le volte che il Signore ci ha chiamato per mezzo di un fratello, di un segno, di una coincidenza (o Dioincidenza).

Solo quando avviene questo incontro d’amore, ogni aspetto dell’esistenza umana subisce una modifica. Quando l’uomo avverte nel cuore la presenza di Dio, di un Dio così vivo, non può che essere spinto fuori dal suo recinto di egoismo, di ripiegamento, di autocommiserazione. Tenuti per mano, iniziamo pian piano a seguire Gesù, il suo esempio, la sua misericordia, perché il nostro non è un Dio dei recinti chiusi ma degli spazi aperti, dei liberi pascoli. E incontrare il Pastore è come ricominciare a vivere, come rinascere, è iniziare a conoscere un mondo nuovo: il cambiamento che avviene, ed è lampante, non è fuori di se stessi, ma all’interno del cuore: il dono della conversione non è una bacchetta magica che risolve i problemi, è piuttosto uno sguardo nuovo, un udito nuovo, una sensibilità nuova. Ed ecco che allora la Parola di Dio non è più sterile, quasi soporifera, ma diventa vera voce di Dio che parla personalmente alla mia vita; ed ecco che la celebrazione eucaristica non è più un’abitudine quasi imposta dalle convenzioni sociali o familiari, ma diventa desiderio di incontro col Padre, necessità imprescindibile di vivere quei momenti di intimità con Dio.

Gesù chiama le pecore per nome e le pecore riconoscono la sua voce, perché è una voce che parla direttamente al cuore, che salva, che riempie, che consola, che scuote, che dona energia, che perdona, che inquieta, che sconcerta, che porta a verità, alla verità tutta intera.

Questo è il nostro Dio, al di là di tutte le deformazioni che spesso vengono date e che spesso noi stessi diamo: “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare; poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore” (Isaia 43, 1-3).