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Recensioni /Eventi: Il Giustiziere della Notte
A cura di Vittorio De Agrò

Il biglietto d’acquistare per “Il Giustiziere della Notte” è: Di pomeriggio.

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“Il Giustiziere della Notte” è un film del 2018 diretto da Eli Roth, scritto da Joe Carnahan, basato sull’omonimo romanzo di Brian Garfield, con : Bruce Willis, Vincent D’Onofrio, Elisabeth Shue, Dean Norris, Camila Morrone, Jack Kesy, Kirby Bliss Blanton, Mike Epps, Len Cariou, Kimberly Elise, Beau Knapp, Ronnie Gene Blevins.

Sinossi:
44 anni dopo l’uscita del primo e storico capitolo della serie diretta da Michael Winner, Il giustiziere della notte torna al cinema nel remake diretto da Eli Roth con protagonista Bruce Willis.

Nel film, il dottor Paul Kersey (Willis) è un chirurgo che si rende conto della violenza che sta devastando Chicago solo quando le sue vittime entrano al pronto soccorso, fino a quando sua moglie (Elisabeth Shue) e sua figlia (Camila Morrone) non vengono aggredite nella loro bella casa in un quartiere residenziale. La polizia non riesce stare dietro a tutti i crimini che vengono commessi, e Paul, desideroso di vendetta, dà la caccia ai responsabili dell’aggressione per ottenere giustizia. Mentre il suo anonimo operato cattura l’attenzione dei media, la cittadinanza s’interroga su questo giustiziere: è un angelo custode o un altro aspetto della stessa violenza? Paul inizia a vivere una vita schizofrenica: un uomo che salva vite da un lato, che dà la morte dall’altro; un marito e padre affettuoso da un lato, un oscuro combattente contro il crimine dall’altro; un chirurgo che estrae proiettili dai corpi, e un vigilante che la polizia sta cercando d’individuare rapidamente.

Recensione:
Ha ancora un senso credere alla Giustizia gestita dall’uomo e soprattutto attendere i suoi lunghi tempi nell’applicazione delle leggi?
Oppure oggi un uomo, magari un padre di famiglia costretto ad assistere al brutale assassinio della moglie ed al ferimento quasi mortale della famiglia, è giustificato a cercare giustizia in modo autonomo?
È una domanda delicata, scomoda quanto mai attuale e discussa oggi in Italia dettata dalla paura e rabbia dei cittadini vittime di furti, violenze e soprattutto costretti spesso anche a piangere la morte di un proprio caro ucciso dal delinquente di turno.
Molti invocano l’ampliamento del diritto alla legittima difesa, richiesta cavalcata e fatta propria nell’ultima campagna elettorale anche dalla Lega di Salvini.
Siamo però sicuri che più armi significa più sicurezza? L’esempio americano, indica, semmai, l’esatto contrario.
La saga de “Il Giustiziere della notte” diretta da Michael Winner e con protagonista l’indimenticabile Charles Bronson, rappresentò in modo incisivo, profondo e forte, fin dal suo esordio nel 1974, come la società americana contenesse al suo interno elementi di violenza e ferocia tra le nuove generazioni e dall’altra parte una crescente sfiducia del cittadino nei confronti dello Stato e delle forze dell’ordine nel difenderli e tutelarli.

Le tematiche evidenziate dal romanzo di Brian Garfield sono ritornate drammaticamente urgenti e di strettissima attualità anche in America, spingendo così i produttori della Metro Goldwyn Mayer a realizzare il remake de “Il Giustiziere della Notte” affidando la regia ad Eli Roth ed a Bruce Willis, il ruolo di protagonista.
“Il Giustiziere della Notte” di Eli Roth è nel complesso un riuscito ed apprezzabile rifacimento della saga, ma senza però possedere il fascino e la forza narrativa ed emozionale dell’originale.
La differenza e soprattutto “debolezza” del remake di Roth risiede paradossalmente nell’avvenuto passaggio temporale. Le esigenze e le contraddizioni della società civile americana di 44 anni sono diverse da quelle di oggi. Sì, entrambe desiderose sicurezza e giustizia, ma partendo da un contesto politico e sociale profondamente lontane e differenti.
Bruce Willis ha una storia attoriale ed artistica diversa da Charles Bronson oltre una opposta e marcata opposta fisicità e presenza scenica.
Charles Bronson incarnò perfettamente la figura di un uomo mite che devastato dal dolore d’aver perso moglie e figlia per colpa di alcuni balordi, decise di farsi giustizia da solo, in modo feroce e senza alcuna pietà.
Gli occhi, lo sguardo malinconico ed i silenzi di Bronson donavano umanità e sensibilità al suo Giustiziere della notte e dall’altra parte alimentavano la sua sete di vendetta in larga parte approvata dal pubblico dell’epoca.
Per lo spettatore d’oggi abituato negli anni a vedere Bruce Willis protagonista di celebri pellicole d’azioni e di “disaster movie”, potrebbe apparire forse un po’ forzato e non convincente il buon Bruce nella prima parte come uomo pacifico, brillante chirurgo, e soprattutto marito e padre amorevole.
Eppure il cuore drammaturgico de “Il Giustiziere della Notte” è il travaglio interiore ed emotivo del protagonista, come fosse un novello “Innominato” manzoniano ma nel compiere un percorso inverso: dal bene al male.
Bruce Willis trasmette invece allo spettatore l’idea di fondo “Non vi preoccupate che tra poco comincio a sparare”.

Rispetto all’originale, il protagonista è un medico anziché un ingegnere ed è Chicago al posto di New York, città teatro dell’azioni del Giustiziere.
La vendetta per amore della famiglia è giustificabile?
Il Dott Paul Kersey(Willis) è un bravo chirurgo di giorno e di notte uccide qualunque criminale nel tentativo di trovare un confronto al suo dolore e senso di colpa per non essere stato in gradi di difendere la propria famiglia.
Non mancano le scene cruenti, violente e per alcuni versi forse eccessivamente splatter in questa nuova versione del Giustiziere.
Degne di nota sono le performance del Premio Oscar Elisabeth Shue e della bella ed esordiente Camilla Morrone, nei rispettivi ruoli di moglie e figlia di Bruce Willis
“Il Giustiziere della Notte” di Eli Roth pur non avendo il fascino e carisma dell’originale riesce comunque a trasmettere i sentimenti di vulnerabilità, insicurezza e rabbia diffusi nella nostra società e soprattutto il forte senso di sfiducia e frustrazione dell’onesto cittadino nei confronti dello Stato.
La speranza, che dopo la tragedia di Macerata, non si debba assistere a nuove emulazioni reali del Giustiziere nelle nostre strade.

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