“SPAZI AFFERRATI” AD ACIREALE

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Recensioni ed Eventi

A cura di Antonino Leotta

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Ha preso il via la seconda edizione del Festival del Teatro Scolastico “Chi è di scena” organizzato dal Comune di Acireale. Diciotto alunni dell’Istituto Tecnico Industriale “G.Ferraris” di Acireale hanno messo in scena “SPAZI AFFERRATI”. Un testo elaborato dagli alunni in seno ad un laboratorio teatrale che continua una esperienza vissuta da tempo nell’Istituto.

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Mi soffermo sui contenuti del testo. Gli alunni partono puntando l’attenzione sullo “spazio”. Si scoprono spazi occupati da interessi diversi, da motivi diversi. Ma a tendere al raggiungimento di uno spazio c’è la persona umana che, mentre si adopera a conoscere sé stessa, esplora uno spazio. Trovandovi aspetti nuovi che la arricchiscono: l’universo con i cieli stellati, l’aria che ci fa respirare, la terra che calpestiamo, il mare, il vento, la melodia del pianeta…
“Fermati -si gridano l’un l’altro gli attori- fermati a guardare il cielo.. il suolo… Fermati e spalanca gli occhi… Accorgiti che l’infinito ce l’hai dentro. Che la bellezza non è lontana da te“.
Nel vortice della ricerca, c’è chi si avventura verso altri spazi oltre il proprio territorio e chi desidera intensamente di ritornare nella propria terra.
Ma nello spazio si può incontrare un’altra persona. Altre persone. Inizia una relazione. Un rapporto di comunicazione. Entrano in scena personaggi diversi: “uno strano persomaggio che produce un suono melodioso ricco di echi africani…un tipo in groppa a un cavallo… un acrobata… una bella signorina che cucina… una ragazza bionda…Ognuno di noi non è come un altro!”.

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Diventa fondamentale scoprire la funzione del proprio corpo nel relazionarsi con gli altri in uno spazio.
Ci sono diversi mini-racconti lungo il percorso scenico. In uno di essi un gruppo di persone va alla “ricerca dello spazio felice“… “Ad un tratto, uno di loro vide un compagno mutilato e pensò: magari io non posso essere felice, ma forse posso rendere felice qualcun altro. Egli decise, quindi, di staccare una parte del proprio corpo e di donarla al compagno. A questo punto anche gli altri smisero di vedere le mutilazioni altrui come un difetto….”
La vicenda, quindi, tende all’incontro con gli altri e, perciò, la sequenza di tante statue, create da scultori, che si congiungono in un unico gruppo. Una protagonista esclama: “Finalmente è arrivato il momento. Un mondo tutto nuovo si apre davanti a me. Sono felice e vedo il riflesso di una me piena di gioia”.
E’ evidente che mi sono limitato a riferire soltanto gli aspetti riguardanti la cronaca dell’evento. Lo farò per tutte le altre rappresentazioni. Non sarebbe corretto, infatti, esprimere giudizi, mentre è in corso e permane aperto il giudizio di una apposita giuria. L’esito finale verrà reso pubblico alla fine della rassegna, dopo aver assistito a tutte le rappresentazioni, nella serata di domenica 28 maggio in Piazza Duomo.
Qui di seguito i nomi dei diciotto attori in ordine alfabetico: Ardizzone Simone, Belfiore Antonella, Beshaj Kujim, Cagni Lilia Maria, Choloum Shanu Shree, Cristaudo Angelo, Di Bartolo Andrea, Foresta Simone, Ignoto Giuseppe, Musmarra Alfio, Pavone Gaetano, Ramas Christian, Rogazione Giulia, Scandura Alice, Sorbello Nando, Torre Roberta, Valenti Mario, Virgillito Tito. Musiche dal vivo di Lilia Maria Cagni (che ha anche curato i disegni proiettati su uno schermo), Nando Sorbello e Mario Valenti. Insegnanti coordinatori: Tania Barbagallo, Fabrizio Cagni, Lidia Castorina, Luisa D’Antoni e Maria Grazia Pennisi.