ACIREALE, PORTATA IN SCENA L’OPERA “SCHETTI VECCHI”

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RECENSIONI ED EVENTI

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L’INTERVISTA DI MARIA CRISTINA TORRISI

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“Vecchi Schetti” è la commedia di Giuseppe Reina portata in scena dal gruppo Teatro della Comunità San Paolo Apostolo di Acireale.

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Nella foto Alfio Pennisi

Curata dalla regia di Tano Grasso, ridotta e adattata da Patrizia Patanè Grasso, l’opera- impegnativa per i valori che trasmette- affronta la tematica della solitudine ed il bisogno dell’essere umano di amare ed essere ricambiato.

Una commedia dalla trama sempre attuale, che invita alla riflessione e che, grazie alla  magistrale interpretazione degli attori, ha coinvolto pienamente il pubblico.

Desiderando addentrarmi maggiormente nel lavoro dell’unita “squadra” di questo gruppo teatrale, ho realizzato l’intervista con il regista Tano Grasso.

1 Tano, che genere di spettacolo avete portato in scena?

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Che genere di spettacolo! Bhe… certamente classico teatro popolare siciliano, quando per classico si intenda il teatro che racconta la vita, la cultura, senza necessariamente ricorrere ad una comicità di basso livello. Il nostro gruppo ha sempre cercato, fin dall’inizio, tra gli autori siciliani, quelli che, noti o meno noti, potessero accompagnarci alla riscoperta e alla valorizzazione della lingua siciliana.
Un’attività di servizio quella del teatro nata in nome della “Cultura del Bello”.  Tanti volti amici: vorrei ricordare la prof.ssa Camilla Patti tra tutti, ma anche coloro che hanno sempre contribuito, oltre che alla “crescita” degli stessi attori, alla salvaguardia di quei fondamenti culturali ed antropologici della nostra lingua. Anche la scelta di questo “copione” Schetti vecchi, di Giuseppe Reina, letterato di Chiusa Sclafani (AG) si muove in questa direzione.

2 Quanti gli attori?

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Undici, come una squadra di calcio… Ognuno dei quali ha cercato di contribuire, con i propri “talenti”, alla crescita del Gruppo e alla realizzazione dello spettacolo, che per la verità è risultato alquanto travagliato.

3 Quali le difficoltà?

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Come in ogni attività che preveda il “contributo e il servizio” di varie componenti, abbisogna che ognuno si renda disponibile a ciò. Il Covid certamente poi, in questi anni, è stato causa principale di rallentamento.

4 La scelta dell’ opera

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Riguardo alla scelta dell’opera… Ciò che ci ha indotto a proporre il testo di Reina, così come evidenziato dalla stessa Patrizia Vera Patanè, che ne ha curato l’adattamento e la riduzione in due atti, è stato il “…racconto delle paure dell’autore, ricorrenti nell’Uomo di ogni tempo, come la solitudine, ed insieme quel bisogno primordiale di relazionarsi con altri, di approfondire rapporti e ricercare l’Amore, fino a donare sé stessi agli altri…” Sembra poco, forse?

5 Qualche cenno sulla compagnia.

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La compagnia di questo spettacolo è composta da,  Salvatore Bella (Turiddu Dorancricchia), Ester Di Mauro (Annuzza) Fina Farruggia (donna Marachina), Aurora Giangreco (Cuncetta), Andrea Grasso (Scotton), Tano Grasso (Felice Boccadifuoco), Salvatore Leone (patri Japicu, fratello di Felice), Cettina Liotta (donna Nocia sorella di Felice e Japicu), Franco Monaco (Piddu Dorancricchia fratello di Turiddu), Orazio Monaco (Birnardu marito di Cuncetta), Matteo Torrisi (‘Nzuliddu figlio di Turiddu).
La regia ha voluto, in piena armonia con chi si è dedicato all’adattamento e alla riduzione del testo, evidenziare alcuni aspetti caratteriali dei personaggi, che l’autore ha così ben tracciato, lasciando su di essi, quella patina quasi surreale di “antichità” e cercando anche nella parlata, di tipo siculo-occidentale, di evidenziarne suoni e caratteri.
La compagnia si avvale, in questo spettacolo, di alcuni “vecchi” attori del gruppo che, insieme ad altri “giovani” alle prime esperienze teatrali, continuano il cammino di ringiovanimento e crescita del gruppo che intanto, data l’età, ha perso alcuni dei pilastri che lo sostenevano: uno fra tutti, che vorremmo ricordare, è certamente Turi Castorina.
Vorrei ringraziare anche tutti quegli amici e collaboratori: Orazio Mangiagli, Franco Valastro, Alfio Pennisi, Elvira Strano, Orazio Monaco.

6 Anticipazioni. In cantiere?

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Il prossimo appuntamento ci vedrà impegnati, subito dopo l’estate, con un testo elaborato, dai nostri sceneggiatori, appositamente per l’occasione del Cinquantesimo:
1973-2023 – 50° Comunità San Paolo Apostolo.

“LUCERNA PER I NOSTRI PASSI”

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LA PELLICOLA DI NUOVE EDIZIONI BOHÉMIEN

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