SI CHIAMA “AMORE” LO SPETTACOLO DI MARIO D’ANNA, APPLAUDITO IERI

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RECENSIONI ED EVENTI /SPETTACOLO

A CURA DI M. CRISTINA TORRISI

Foto di Nuove Edizioni Bohémien

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Non poteva che suscitare emozione. Tanta emozione. Immergersi in un contesto di dolore, nella trama di un racconto permeato di sofferenza ma sfociato nell’amore, quello puro,  che accompagna verso “nuova vita” per raggiungere la resurrezione, non poteva che coinvolgere a pieno il pubblico.
Il tema dell’Eutanasia, nel racconto della scelta di porre fine ad una esistenza dolorosa per favorire una buona morte, è stato il fulcro dello spettacolo di teatro- danza dal titolo “Amore” che si è svolto ieri sera nella gremita sala Pinella Musmeci della Villa Belvedere di Acireale.

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Tra musiche coinvolgenti e colori coreografici, in un tutt’ uno in movimento, l’applaudito evento, rientrante nel programma del mese della cultura E20, promosso dal Comune di Acireale, è stato curato dalla regia di Mario D’Anna, autore anche del testo. Chiamati ad interpretarlo, con la recitazione e la danza, il trio formato dagli artisti Alosha, Mimishka e Latifa. Danza, proiezioni di immagini sui corpi, musica, testo narrato fuori campo e recitazione sono stati gli elementi che hanno dato vita ad uno spettacolo nato al fine di coinvolgere il pubblico a riflettere in modo nuovo sul tema dell’eutanasia e dell’amore, senza limiti, sconfitte, dolore e abbandono.

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Ancora “dietro le quinte”, prima dell’inizio dello spettacolo, ho voluto incontrare il regista per proporgli un’ intervista circa questo ultimo suo lavoro, quinta opera teatrale “partorita dopo due anni”.

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“Realizzo uno spettacolo ogni tre anni perché ho bisogno di una gravidanza lunga – ha spiegato al microfono di Nuove Edizioni Bohémien -. È una cosa che nasce insieme a me. Riguardo a questo lavoro, è stato riadattato un testo, sviluppato su un racconto, e modificato per la sceneggiatura teatrale. Abbiamo messo insieme voce fuori campo, voci recitate, immagini proiettate sui corpi, la danza e la musica, cioè tutta una composizione atta a creare una suggestione su un tema importante che è quello dell’eutanasia, attuale da almeno 10-11 anni. Si chiama “Amore” perché è amore il gesto che si compie anche nella scelta di dare una morte dolce. Il messaggio viene comunicato attraverso il teatro danza. Da questo spettacolo, mi aspetto un’emozione. Che ci sia la possibilità, attraverso l’uso di tutti questi mezzi, di fare provare un’emozione: può essere di dolore, di angoscia, di amore. Riguardo al lavoro, tra la scrittura e l’adattamento, è stato veramente un parto enorme. Poi, con Alosha, con Paola e Marta ci siamo trovati subito in perfetta sintonia. Tra l’altro, loro interpretano questo atto unico di 50 minuti con una modalità corporea che almeno per Alosha è assolutamente nuova. Lui non farà i consueti gesti di quando porta in giro la sicilianità cantata e danzata: i movimenti sono molto più rotondi, più dolci, più armonici”.

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Sul palco, ad elogiare lo spettacolo, diversi componenti dell’amministrazione comunale. Presenti, tra gli altri, l’Assessore alla Cultura Enzo Di Mauro.

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