LE ODI

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LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

 

PAGINA 24 ORE

E quando capiamo che fuggire da noi stessi e’ l’ultimo riparo per ricostruirci l’universo, fatalmente siamo gia’ sull’orlo dell’abisso. Cio’ che doveva essere e non e’ stato ha un suo lamento, un continuo battere di nocche al castello chiuso. E in piena estate mi ritrovo a dormire col copriletto.

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ALL’ALBA

E all’alba il mio pieno sorriso sorprese gli Dei confabulanti su ogni destino. Tirarono a sorte pattuendo col diavolo il mio cedimento durante l’occaso. E piu’ non sorrido. Ogni tanto starnazzo.

 

COMPIETA

Breve, curvilinea rosea nuvola estiva nell’ora del sole che cala dietro i monti dell’Etna, dei morti recita l’immane fatica. Dei morti che ci amano e straziano per sofferta nostra prigionia in quel di qua d’inaccettabile distanza dove un solo minuto fa piu’ di un’era gia’ rigidi e troppo lontani da riva.

 

MONADI

Questo parlarci a distanza, officina di fraintendimenti fra anime elette scese nei poveri modi di dire a bastonatura degli afflati, nei cuori occultate le bestie. Ma anche se ci parlassimo davanti, occhi negli occhi, altro non sapremmo dirci oltre che delle bestie i dettati.

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