LE ODI

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LE ODI

A cura di Ludovico Anastasi

 

ANNIVERSARIO DI UNA MORTE

Il pranzo succulento lo fece il fato. Tu non masticasti nemmeno i ceci messi al fuoco. Ti porto’ altrove il piede in fallo. Il celeste governo non fece in tempo ad importi il passo giusto. Dentro me adesso sgoverno piano, quasi in silenzio e di soppiatto per darla a bere alla morte: “qui e’ tutto a posto”.

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NOIA POST MODERNA

Metto giacca e cravatta agli spifferi della noia, almeno un po’ d’eleganza quando infreddolito mi si abbassano le palpebre mentre cerco la parola giusta che spesso tardi arriva, quando non ho piu’ voglia di scriverla e la biro come macigno nella mano pesa.

DI QUEL MESTIERE

Rispettiamo il silenzio del poeta. Egli sta in attesa del nulla dove orbita la piu’ audace armonia. In alto colloca casa dove luce e’ perenne anche se e’ nuvolo o sera. Per mestiere ascolta, guarda e racconta e musica cio’ che musica merita. Su vasta area il poeta vola. Terre e mari attraversa per poetare del granello di sabbia, del fiore e della farfalla. D’inverno canta la breve giornata e gode di vento e tempesta. Il turbinio della neve sull’Etna ama. Nella fabula fuori di testa palloncini gonfiati da bimbi gli fanno da scorta. Ma se tardi s’accorge che di lanzichenecchi e’ invece composta la schiera, il poeta soffoca, muore e precipita.

ANELITO

E vorrei donare al sole d’estate le mie ferite oscure perche’ mi diventino pure tutte le anime indossate.

INTERNO ANIMA

Ha cognizione di se’ il deserto nella tormenta di sabbia e vento quando gli si strazia il paesaggio e tutto e’ come nuovo e sempre vecchio?. Cosi’ anche l’anima nel piu’ intimo segreto.

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