L’ultimo saluto al Principe Vittorio Emanuele di Savoia

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Attualità

A cura del Cav. Franco Di Guardo 

“Io credo che il servizio migliore che la mia Casa possa assicurare oggi all’Italia, sia nel fare del bene attraverso la filantropia e la beneficenza e, soprattutto, nel custodire le più sacre memorie della nostra storia, della nostra cultura e delle sue composite espressioni. La nostra tradizione”. (Vittorio Emanuele, 31 dicembre 2023).

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Il solenne rito funebre di S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia, Duca di Savoia, Principe di Napoli, Capo della Real Casa e Principe Gran Maestro degli Ordini Dinastici, si è svolto al Duomo di Torino, sabato 10 febbraio 2024. Il feretro, con le spoglie mortali del figlio dell’ultimo Re d’Italia Umberto II e della Regina Maria Josè, ha varcato la soglia del Duomo alle ore 15:00 in punto, portato a spalla da sei Cavalieri. Ad accoglierlo sul sagrato sotto una pioggia battente, vi era il picchetto delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, provenienti da tutta Italia. Le note dell’Inno Sardo hanno accompagnato la lenta processione lungo la navata centrale, il drappo Sabaudo poggiato sulla bara è stato posto da quattro Cavalieri Collari dell’Annunziata membri della famiglia Reale: il Principe Aimone di Savoia-Aosta, il Principe Dimitri di Yugoslavia, il Principe Serge di Yugoslavia e il Conte Agostino Guarienti di Brenzone. Sotto il drappo era presente la bandiera del Regno d’Italia. Il figlio, S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto, visibilmente commosso, stava dietro al feretro seguito dal Gran Cancelliere S.E. Johannes Niederhauser, segretario generale degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia e dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, il quale recava il Collare dell’Ordine poggiato sul cuscino. La bara è stata adagiata a terra su di un tappeto davanti l’altare, More Nobilium, come prevede la nobile tradizione. Sul lato sinistro, in corrispondenza della Cappella che custodisce la Sacra Sindone, donata da Re Umberto II alla Santa Sede nel 1983, era disposta la Famiglia Reale: la Principessa Marina Doria, la Principessa Clotilde e le figlie le Principesse Vittoria e Luisa. Presente la sorella maggiore del Principe scomparso, S.A.R. la Principessa Maria Pia di Savoia-Borbone Parma, accompagnata dai figli i Principi di Jugoslavia. Assenti le sorelle minori, la Principessa Maria Gabriella, perché ricoverata in ospedale, e la Principessa Maria Beatrice, oramai ritirata in vita privata. A rappresentarle vi erano le rispettive figlie, Marie Elizabeth de Balkany con il consorte Oliver Janssens, e Azaea Reyna-Corvalán y de Saboya. Il Principe Aimone, VI Duca d’Aosta, era accompagnato dalla consorte, la Principessa Olga di Grecia. Particolarmente toccante è stato l’abbraccio fra i Principi Emanuele Filiberto ed Aimone, considerato da molti come un gesto affettuoso e soprattutto pacificatore.

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Sul lato opposto vi erano alcuni membri delle Case Reali, tra cui: la Regina Emerita Sofia di Spagna, il Principe Alberto II di Monaco, il Principe Charles Louis d’Orléans e la Principessa Iléana Mános, il Principe Afonso de Hérédia, Bragança di Beira, il Principe Jean di Lussemburgo, l’Arciduca Martino Asburgo Lorena d’Este, S.M. Re Fouad d’Egitto e Sudan, il Principe Leka Zogu d’Albania, il Principe Philippos di Grecia e Danimarca, il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, e sua figlia la Principessa Maria Carolina, la Granduchessa Rebecca Victoria Romanov, il Principe Fra’ John Timothy Dunlap, 81º Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Presenti anche i rappresentanti delle Case Reali di: Arabia Saudita, Bonaparte, Montenegro, Belgio e d’Assia.

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Erano presenti i Delegati Magistrali degli Ordini Dinastici, Dame e Cavalieri dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine al Merito, i rappresentanti dell’Istituto Nazionale delle Guardie d’Onore, le associazioni monarchiche come il Gruppo Savoia, Italia Reale e Real Democratico, presenti autorità religiose, politiche e militari. Alla cerimonia si poteva accedere solo su invito, strettissimi e severi i controlli di sicurezza. La funzione, sobria e austera, è stata celebrata in lingua italiana, la Corale Francesco Veniero della chiesa Santuario Madonna del Pilone di Torino, ha eseguito canti liturgici della tradizione classica, e alcuni brani di Lorenzo Perosi. Durante la liturgia non è stato letto nessun discorso, solo l’omelia del celebrante, S.E.R. Monsignor Paolo de Nicolò, Gran Priore degli Ordini Dinastici: «Ecco da dove deriva per la Casa Savoia il dono avuto della Sovranità, essa è basata e sostenuta dalla fede e dalla religione. Vedere la partecipazione qui di autorità, di case regnanti e già regnanti d’Europa, la partecipazione commossa dei membri e degli Ordini Dinastici, delle Guardie d’Onore, di tante associazioni monarchiche, di amici provenienti dalle più disparate parti del mondo e di tanti italiani accorsi in questo tempio sacro sono la testimonianza del bene concreto che il principe Vittorio Emanuele ha saputo donare a quanti lo hanno conosciuto».

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Duro il monito contro la  cattiva informazione che sempre ha perseguitato la vita del Principe, egli che si è sempre dedicato alle opere di bene con grande spirito caritativo. Momento importante la lettura del messaggio di Papa Francesco e quello del Segretario di Stato Vaticano Cardinale Parolin.

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Le composizioni floreali arrivate da ogni parte d’Italia e dal mondo, richiamavano i colori e i simboli della dinastia Sabauda, il bianco, il rosso e il blu. Ai lati del feretro le corone di fiori donate dalla famiglia Reale del Belgio e da Alberto di Monaco. All’esterno della cattedrale sono stati allestiti due maxi schermi per tutti coloro che sono giunti per salutare e onorare il Principe, e la memoria storica verso Casa Savoia, come era già avvenuto alla camera ardente allestita nella chiesa di Sant’Uberto alla Reggia di Venaria, dove si è presentato anche il Presidente del Senato, Ignazio La Russa.

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La cerimonia funebre si è conclusa con la preghiera alla Madonna e il Salve Regina, il feretro portato sempre a spalla a ripercorso la navata centrale accompagnato dai Principi, il coro cantava l’Inno Sardo “Cunservet Deus su Re” qualcuno nella commozione generale, non riusciva a trattenere le lacrime. All’uscita, il picchetto d’onore delle guardie rende l’ultimo omaggio, la bara con la sola bandiera d’Italia, fu posta dentro il carro funebre, sopra lo scudo Sabaudo di fiori. Fotografi, giornalisti, cronisti e addetti stampa, erano assiepati numerosi davanti al Duomo, tutti pronti ad immortalare l’evento. Commovente e toccante il bacio dato da Marina e da Emanuele Filiberto sulla bara, con la pioggia che incessantemente continuava a cadere, all’ultimo saluto dato al Principe Vittorio Emanuele. Il Re è morto! Viva il Re!  

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